INTERISTI ERETICI - A difesa di una fede. Il forum dei tifosi della Beneamata.

Curva Milanista nelle mani di Giancarlo Lombardi (Sandokan), un veritabile capo della mafia.

« Older   Newer »
  Share  
Traian1908
view post Posted on 22/6/2009, 21:37




image



Curva Milanista nelle mani di Giancarlo Lombardi (detto "Sandokan"), un veritabile capo della mafia.


È il capo dei Guerrieri Ultras, il nuovo gruppo della Curva Sud del Milan, quelli che hanno spazzato via con la violenza, in meno di tre anni, i gruppi storici: la Fossa dei Leoni, i Commandos Tigre, le Brigate rossonere.Il gruppo mafioso di Lombardi cerca di infiltrarsi e scogliere altri gruppi organizatti di tifosi come quelli del Inter e della Juve.


Milano - È la sera del 23 settembre scorso. A Milano si tiene un incontro dedicato al tema del tifo organizzato. Tema innocente, oggetto di mille dibattiti. Ma i personaggi che si presentano a quell’incontro fanno suonare più di un campanello d’allarme tra gli investigatori. C’è Christian Mauriello, rappresentante dei Viking bianconeri. C’è Franco Caravita, leader storico della Curva interista. E c’è soprattutto l’uomo cui da mesi carabinieri e Digos dedicano le loro attenzioni. È un imprenditore pieno di soldi, ma è anche un pregiudicato che la Procura di Milano considera legato al mondo della criminalità organizzata. Si chiama Giancarlo Lombardi. È il capo dei Guerrieri Ultras, il nuovo gruppo della Curva Sud del Milan, quelli che hanno spazzato via con la violenza, in meno di tre anni, i gruppi storici: la Fossa dei Leoni, i Commandos Tigre, le Brigate rossonere.
Giancarlo Lombardi non è un ultrà. È un criminale. Lui e i suoi gorilla hanno preso in mano la Curva non per sostenere il Milan ma per fare i loro affari. Hanno picchiato, ricattato, minacciato. E quella sera di settembre, nell’innocua riunione al consiglio di zona, Lombardi avvia la fase due del suo progetto: estendere la penetrazione criminale alle altre curve. Si parte dalle più grosse, Inter e Juve, ma il progetto di Lombardi è più vasto. Le differenze di tifo non contano. E non contano nemmeno i vecchi rituali ultrà, le alleanze, le regole stabilite nel corso di decenni.

Al gruppo di Lombardi - secondo le inchieste delle Procure di Monza e Milano - interessa soprattutto fare soldi. E allora bisogna essere in tutti gli stadi, di tutti i colori. Ci riusciranno?
«Ingoiare la curva dell’Inter non sarà facile - dicono alla Digos - perché è una curva compatta». Intanto, il potere di Lombardi e dei suoi Guerrieri sulla Curva del Milan ormai è totale. È a loro che si riferiva capitan Maldini quando, pochi giorni fa, disse: «Sono orgoglioso di non essere uno di voi».

Lo sbarco della «mala» nelle curve è ricostruito dall’indagine chiusa tre giorni fa dalla Procura di Milano con la richiesta di processare Lombardi e altri undici «Guerrieri» per associazione a delinquere finalizzata all’estorsione». «Sotto la copertura di una sedicente organizzazione di tifosi - scrive il pm Luca Poniz - il metodo scelto dal Lombardi rispondeva a una logica prettamente criminale, del resto coerente con il profilo di Lombardi». Attraverso «un chiaro atteggiamento intimidatorio nei confronti della società Ac Milan, inseriva nei rapporti con il club l’utilizzo di metodologie riferibili alla criminalità comune». Obiettivo, la conquista del potere nella curva e con esso «il potere di gestire una sorta di zona franca dove dietro l’apparenza della passione sportiva si celano molteplici fatti illeciti, non ultimi lo spaccio di sostanze stupefacenti».

Bisogna partire da queste righe per capire la devastante mutazione di una delle tifoserie più importanti d’Italia. È una storia in cui la passione calcistica entra poco. C’entra, di sfrido, la politica più estrema: Lombardi e il suo pard Giancarlo Capelli verranno visti in prima fila ai funerali del bombarolo nero Nico Azzi. E c’entrano soprattutto i rapporti con la criminalità. Attraverso il braccio destro di Giancarlo «Sandokan» Lombardi: quel Luca Lucci che compra cocaina dalla gang più violente di Milano, e che fornirà l’auto con cui verrà assassinata l’avvocatessa Maria Spinella, rea di avere maldifeso i boss sotto processo.

Chi si mette di traverso alla conquista della curva viene sprangato. A uno, Leonardo Avignano, va peggio: lo gambizzano una sera a Sesto San Giovanni. Terrà la bocca chiusa, e Lombardi e gli altri verranno prosciolti. Ma le intercettazioni lasciano spazio a pochi dubbi: «Quando ci avete voglia di farvi i cazzi vostri fateveli da soli, avete capito o no? Mi dovete mollare, finish. Penso di avere già subìto» dirà Avignano in una telefonata.

Il Milan è vittima quasi sempre silente delle pretese dei Guerrieri. «Lombardi incarica Tieri Claudio di adoperarsi presso la società stessa per instaurare suddetto canale, non esitando a instaurare modalità delittuose. Tale mezzo è palesemente funzionale al disegno volto a ottenere il predominio in curva». Telefonata intercettata fra Tieri e Lombardi: «Se no il pullman non va in giro» «Bravo il prossimo giro glielo blocchiamo, se non ci incontrano, dopodiché blocchiamo il pullman dei giocatori e le altre cose».
Racconta uno degli addetti alla biglietteria Milan: «Minacciavano se le loro richieste non fossero state prese in considerazione di poter causare disordini allo stadio sia tramite lancio di torce in campo che con scontri con gli altri gruppi interni alla curva già in occasione di Milan-Brescia valida per la Coppa Italia». Il 24 novembre 2006 Tieri telefona alla responsabile della biglietteria Milan: «La torcia che così ogni tanto si accende ci fa prendere 22.500 euro di multa, allora pensi che ne vogliamo accendere un centinaio». «Un centinaio?» «Glielo dico francamente, non abbiamo problemi a portare dentro le torce». Pochi giorni prima Tieri aveva parlato con un altro della banda: «Se ’sti merda invece di pagare le multe ci girano un po’ di soldi non sarebbe mica male». «Come fanno alla Lazio che non pagano le multe ma pagano gli ultrà, pagano e basta». Il solito Tieri riassume così al suo capo Lombardi il contenuto di un’altra conversazione con gli uffici del Milan: «Gli ho detto chiaro: voi non credete di cosa siamo capaci e noi ve lo dimostriamo, solo che poi voi non dovete venire a dire “i tifosi ce l’hanno con la società”. Noi vogliamo farci i cazzi nostri».

E durante Milan-Lille di Champions, «Sandokan» viene intercettato mentre dall’esterno del «Meazza» scandisce i tempi del lancio dei fumogeni col solo obiettivo di fare scattare la sanzione contro il Milan: «L’arbitro ha scritto» «Allora basta».

Per come in questi stessi giorni lo sta analizzando la Digos milanese, è il primo capitolo di un fenomeno nuovo: la malavita che dà l’assalto alla curva. C’è Lombardi, imprenditore in Ferrari ma «con numerosi precedenti penali per rapina, lesioni, estorsione, tentato omicidio mediante l’uso di armi da fuoco». C’è Lucci, che viaggia con Lombardi quando la Stradale gli vede lanciare un pacchetto di coca dal finestrino. C’è Mario Diana «un criminale capace di intimidire gli ambienti della tifoseria milanista». Sono loro i nuovi padroni di San Siro.





fonte: Virgilio.it


La questione è semplice, c'è gente che si spaccia per tifosa ma che usa il calcio per farsi i soldi facili rivendendo tutto ciò che ottiene gratis o scontato dalle società ad altri tifosi. Per ottenere il predominio su questo mercato ha usato metodi mafiosi per eliminare ogni tipo di concorrenza. E ora vogliono allargarsi ad altre curve perchè vedopno che il business frutta bene.

Poi piu la forza di questi mafiosi cresce piu la lora forza di ricattare il bussines del club per quale 'tifano', ricordiamoci che Galliani vive sotto protezzioni perche non vuole crescere la quota che e mandata gratis ad un certo gruppo di tifosi milanisti - i guerriri ultas proprio quelli che hanno sciolto altri gruppi storici di veritabili tifosi milanisti come - la fossa.

Edited by Traian1908 - 24/1/2010, 17:31
 
Top
Toratoratora
view post Posted on 22/6/2009, 21:54




Il Capo Ultrà che si meritano....

Cmq ormai sono anni che si parla di giri d'affari legati al mondo delle tifoserie....

A Roma hanno arrestato Ultràs e Chinaglia....vecchio giocatore....per associazine a delinquere....

A Torino c'è una guerra in corso tra tfoserie Rubentine....Viking e Black & White....per il controllo della curva e degli interessi economici legati al tifo....guerra che ha già causato un morto....

Sarebbe ora che i Presidenti si dissociassero sul serio e dessero una mano alle forze dell'ordine per stirpare questi soggetti....e non che continuino a farsi ricattare...
 
Top
aioiamai
view post Posted on 23/6/2009, 11:58




Molti Ultras sono solo criminali in "vacanza" Uno schifo se vogliamo portare le famiglie allo stadio.
Una soluzione buona sarebbe lo stadio di proprietà con sistema di sicurezza funzionante.E poi vediamo chi fa casino.
Anch'io orgoglioso come MAldini di non essere nella feccia degli ultras. primi del Bbilan.
Ma quei fessi della Nord che hanno dato solidarietà ai gobbi dopo la squalifica del loro campo NON sono Interisti veri. <_<
 
Top
Toratoratora
view post Posted on 23/6/2009, 14:14




I delinquenti che si vestono coi colori delle squadre in realtà mirano a trasformare le curve in territorio per i loro sporchi affari....

Soldi che arrivano dal merchandising di bandiere....gadget....magliette....(tutto rigorosamene taroccato)....

Soldi che arrivano da biglietti e bagarinaggio....da trasferte e viaggi....(in diverse inchieste si è evidenziato il legame tra capi Ultras e agenzie di viaggio oltre il versamento di tangenti dei bagarini e degli allibratori autonomi per lavorare tranquilli)....

Sorattutto soldi spillati alle società con i ricatti....minacciando di fare casino e danni che le società pagherebbero con multe salate e turni di squalifica....

Mi chiedo perchè le società continuino a subire questi ricatti e non si diano da fare a segnalare alle forze dell'ordine questi spregevoli individui....che sono uno dei mali del nostro calcio....
 
Top
Mr. KIWI
view post Posted on 23/6/2009, 18:07




Il più mafioso rimane il loro presidente
 
Top
lupog
view post Posted on 28/6/2009, 07:45




nel Milan conta più Sandokan che il mito Paolo Maldini.... e ho detto tutto :(
 
Top
Traian1908
view post Posted on 6/2/2011, 17:51




image

Paolo Maldini "Non sono ultras ma mafiosi, orgoglioso di non essere uno di loro"
Articolo da “Il Manifesto” del 7/6/2009 di Davide Milosa


Gli avvertimenti della Sud dopo l’inchiesta sulle estorsioni e gli striscioni contro Maldini La contestazione degli ultras rossoneri tra processi, calciomercato e elezioni
Pretendono rispetto, promettono voti politici in cambio di favori e fanno minacce in diretta tv. Un atteggiamento che puzza tremendamente di mafia.

Eppure in questo caso i protagonisti sono gli ultras del Milan, più banditi che tifosi. Per loro la Curva sud è «Cosa nostra», come recita una scritta recentemente apparsa sui muri di S.Siro. Lì sopra, al secondo anello blu dello stadio, da almeno tre anni nulla si muove senza l’assenso di Giancarlo Lombardi, detto Sandokan, boss criminale e capo di un’associazione a delinquere recentemente rinviata a giudizio per una tentata estorsione alla società di via Turati.

In quell’inchiesta si fa riferimeno ai biglietti da estorcere con le minacce, mentre tre giorni fa davanti alla sede del Milan, gli uomini di Lombardi hanno parlato di voti elettorali. Perché Sandokan oltre a controllare gli affari della curva sud e gestire gli interessi di noti bar nel centro di Milano, gira in Ferrari e orienta le opinioni politiche di molti curvaioli. E così chi era in via Turati, lo ha sentito nei cori degli ultras e lo ha letto sui cartelloni. Chiarissimo lo slogan: «Voto Podestà solo se resta Kakà». Il riferimento è alle elezioni della Provincia di Milano, che si chiuderanno questa sera, e al candidato del Pdl Guido Podestà che giovedì, durante il comizio finale, ha avuto il sostegno diretto del premier. Per questo gli uomini della Digos interpretano quelle parole più come una concreta minaccia che come un semplice sfogo scherzoso di tifosi che si vedono sfuggire il loro miglior giocatore: il brasiliano Ricardo Kakà in procinto di passare al Real Madrid per 70 milioni di euro.
La grave situazione è molto ben presente ai vertici societari che già avevano annusato l’aria in occasione della sciagurata contestazione a Paolo Maldini durante la sua ultima partita a S.Siro. In quel caso, quelli della Sud, che come recita un’altra scritta fuori dallo stadio «non sono ultras ma mafiosi», imputavano al giocatore il mancato rispetto nei loro confronti. E’ nota a tutti, infatti, l’insofferenza del capitano rossonero verso quella parte di tifoseria. Una posizione sacrosanta quella di Maldini che però al Milan pochi seguono. A partire dal futuro capitano Massimo Ambrosini che lo scorso Natale assieme ad Adriano Galliani è stato fotografato durante una festa dei Guerrieri ultras, gli stessi che hanno minacciato e fatto finire il vicepresidente del Milan sotto scorta. Incredibile, ma vero.
C’è di più: in quegli scatti, Galliani è ritratto in amabile chiacchiera con Luca Lucci, all’epoca reggente per conto di Lombardi della Curva sud. Oggi Lucci è sotto processo per aver sfondato un occhio a furia di pugni a un tifoso dell’Inter durante l’ultimo derby di campionato. E tanto per non farsi mancare nulla fu proprio lo stesso Lucci, nel 2006, a prestare la sua Clio nero a Luigi Cicalese, killer della ‘ndrangheta che il 31 ottobre di quello stesso anno uccise a Segrate l’avvocatessa Maria Spinella.
Insomma, i fatti sono noti, i personaggi anche. Eppure tutti a Milano fanno finta di nulla. A partire dallo stesso Galliani che ha così commentato il suo silenzio rispetto alla contestazione di Maldini: «Il silenzio è l’arma più efficace per non dare ulteriore spazio a condotte di questo tipo». Un atteggiamento disarmante e simile, nella sostanza, a quello che gli amministratori pubblici avevano a Palermo negli anni ottanta. Allora, la città era dilaniata dalla guerra di mafia, ma per loro il vero problema era il traffico. E dunque, far finta di niente sembra la soluzione migliore. Lo fa la società che così si tutela davanti al rischio di perdere preziosi elettori per le Provinciali ma anche per le Europee, dove il candidato del Pdl è lo stesso presidente del Consiglio (e del Milan!) Silvio Berlusconi. Ma lo fanno anche i giornalisti e le televisioni locali che vivono di calcio milanese sette giorni alla settimane e dunque sanno tutto: gli affari di mercato, ma anche quelli delle curve. Eppure senza battere ciglio mandano interviste o addirittura invitano in trasmissione personaggi come Giancarlo Lombardi e Giancarlo Capelli, più noto come il Barone, anche lui imputato per estorsione.
Ecco allora i fatti: alle 14 di venerdì va in onda la striscia sportiva di Telelombardia, si tratta della nota trasmissione Qsvs (Qui studio a voi stadio) che ogni domenica segue le partite con collegamenti dallo stadio e divertenti dibattiti in studio tra ex giocatori e cronisti sportivi. Comunque sia, i due giornalisti, Gianluca Rossi e Nicola Porro, dopo aver commentato gli ultimi movimenti di mercato, lanciano il servizio sulla contestazione dei tifosi milanisti per la cessione di Kakà. Prima passano immagini di cori e fumogeni, dopodiché le interviste. E qui la cosa si fa surreale, perché volti e voci sono quelli di Lombardi e del Barone. «Il Milan deve restare una squadra mondiale – ha detto il Barone – e non può permettersi di non comprare nessuno». E ancora. «Due ore fa ho parlato con Kakà». Addirittura. «La colpa non è sua – ha chiosato Lombardi – ma della società». Parole che sanno tanto di minaccia. Eppure non è la prima volta. Già in occasione dei fischi a Paolo Maldini, il Barone era intervenuto al telefono durante la trasmissione Qsvs, ribadendo il diritto dei tifosi di contestare la società.
Per capire meglio la gravità del fatto, ecco quello che scrive il pm di Milano Luca Poniz a proposito dei due imputati nel processo per le minacce estorsive al Milan. «Giancarlo Lombardi è il capo indiscusso del gruppo dei tifosi organizzati denominato Guerrieri Ultras, costituito con modalità e caratteri proprio dell’associazione crimonosa, anche in relazione al riconosciuto profilo criminale di Lombardi». Non meno grave l’identikit del Barone, figura storica del tifo rossonero con ottime entrature in società e amici illustri come Galliani e il presidente Berlusconi. Scrive il magistrato: «Giovanni Carlo Capelli, alias il Barone, ha il ruolo di coadiutore del Lombardi, suo alleato, intermediario ed emissario del Lombardi presso il Milan nel tentativo di legittimazione negli organi ufficiali della società stessa mediante pressioni, dirette e indirette, nonché consigliere di Lombardi per i comportamenti illegali da tenere».


fonte:
lefotodimarina.com
 
Top
Kiwi'o
view post Posted on 6/2/2011, 23:02




Per non parlare del loro presidente e del suo fido antennista dalla cravatta gialla...
 
Top
7 replies since 22/6/2009, 21:37   54129 views
  Share